In data 24 marzo u.s. si è avviata formalmente da parte dell’Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna l’iter di consultazione con i rappresentanti delle Associazioni più rappresentative del settore, fra le quali anche TeA, (Tartuficoltura e Ambiente) per una prima raccolta di idee e suggerimenti da inserire nel testo normativo allo studio da parte della struttura operativa regionale che si occupa specificatamente della materia.

Al cordiale incontro era presente l’Assessore Simona Caselli che si è dimostrata molto interessata a tutti gli interventi presentati, precisando che è sua intenzione portare in aula la proposta di modifica entro il prossimo luglio; erano altresì presenti l’Arch. Maria Luisa Bargossi Responsabile del Servizio Territorio rurale ed attività faunistico-venatorie e la Dott.ssa Maria Capecchi.
Innanzitutto nel ringraziare per l’invito ricevuto abbiamo condiviso l’opportunità di mettere mano alla L.R. 24/1991 modificata ed integrata con la L.R. 2/2011 anche alla luce del nuovo assetto istituzionale che ha visto, a seguito della Legge n. 56 del 07/04/2014 (la cosiddetta Legge Delrio) l’abolizione delle Province e l’attribuzione, dall’01/01/2016, di tutte le competenze in materia di agricoltura, caccia e pesca alla Regione, per cui occorre prevedere, anche sotto l’aspetto formale, tutte le attribuzioni che erano assegnate al livello provinciale all’Ente Regione.

Abbiamo poi evidenziato la necessità che la Regione si coordini nella revisione della legge regionale con lo Stato in quanto, come è ben noto, anche la Legge nazionale 16/12/1985 n. 752 è, a sua volta, in corso di modifica. Al proposito auspichiamo la rapida costituzione di un tavolo tecnico regionale che ci rappresenterà nel tavolo tecnico nazionale che pare sia in rapida via di realizzazione.

Sul piano del merito abbiamo ritenuto fondamentale evidenziare i seguenti due aspetti:

1] Le tartufaie coltivate debbono essere riconosciute come “colture agrarie specializzate” e quindi non assoggettate alle prescrizioni del settore forestale. Ciò consentirebbe di poter effettuare agli impianti tutte le operazioni colturali necessarie al raggiungimento di redditi importanti.
Riteniamo poi che la coltivazione del tartufo non debba essere assimilata neppure all’arboricoltura da legno come è oggi, ma appunto ad una coltivazione agraria specializzata come sono, ad esempio, il frutteto, l’oliveto, o il castagneto da frutto che non sono vincolati alla legislazione forestale.
Il prodotto è il tartufo, come la castagna, come l’oliva, come qualsiasi altro carpoforo.
Questo ovvio riconoscimento consentirebbe inoltre di garantire la tracciabilità del prodotto con moduli specifici che riportino: da chi, dove e quando è stato raccolto o coltivato e a chi è stato venduto, valorizzando il vero made in Italy e facendo emergere il tartufo dal punto di vista fiscale.

2] La tartuficoltura deve essere favorita anche nelle cosiddette “zone protette” in quanto si tratta di una coltivazione ad alta valenza ambientale che non richiede trattamenti fitosanitari e non contempla l’uso di prodotti chimici. Coltura che contribuisce all’ampliamento dello spettro varietale (anche microscopico) ed alla diversificazione colturale oggi richiesta alle aziende agricole.
In estrema sintesi abbiamo affermato che la tartuficoltura, intesa come coltura agraria specializzata ed ambientalmente importantissima, può fornire redditi di assoluta rilevanza tali da favorire anche la permanenza o l’insediamento di giovani agricoltori nelle aziende.

Per i motivi indicati, la tartuficoltura deve essere sostenuta e valorizzata dalla Regione, come del resto previsto dalle finalità stesse della Legge Regionale in applicazione di quella Nazionale (già citate).
Gli elementi sopraindicati che abbiamo presentato con convinzione all’Assessore Caselli dovranno trovare posto nell’articolato della nuova legge.
L’incontro si è poi concluso con l’assicurazione di essere riconvocati a breve per discutere ed approfondire tutti gli aspetti della bozza del testo normativo che ci verrà preventivamente trasmessa.