IL TARTUFO NERO LISCIO
Tuber macrosporum Vittad.

di Marco Morara

tartufo-nero-liscioLe dimensioni di questo tartufo sono medio- piccole e variano da quelle di una nocciola a quelle di un uovo, raramente si presentano più grandi.
La forma in genere è globosa, talora lobata in terreni compatti e perìodi siccitosi.
Il perìdio è grigio-nerastro o nero, sovente con macchie rugginose o bruno-rossicce presenti qua e là in modo irregolare. La superficie, a causa delle placche o delle verruche molto appressate che la compongono, presenta un aspetto liscio o finemente rugoso. Per questa sua caratteristica questo tartufo viene denominato Nero liscio, per distinguerlo da tutte le altre specie a perìdio decisamente verrucoso.
La gleba appare color avorio o crema negli esemplari ancora immaturi, bruno scuro o bruno-rugginosa a maturazione completa. Le venature sono numerose, esili e biancastre e si ossidano lentamente all’aria apparendo infine più scure, analogamente a quanto succede per il Nero pregiato.
L’odore è molto grato, di tenore agliaceo e ricorda ad una prima sensazione quello del Tartufo bianco pregiato.
Cresce dai boschi planiziali fino alla montagna, in simbiosi con pioppi, salici, querce, noccioli e betulle. Spesso condivide le medesime stazioni di crescita del Tartufo bianco.
La stagione di crescita inizia già in agosto alle altitudini minori e si protrae fino a dicembre in collina e montagna.
È specie diffusa ma non troppo comune nel nostro Paese, per cui non esiste un mercato specifico né tartufaie coltivate con questo tartufo dalle caratteristiche organolettiche assai notevoli.