Coloro che sono ancora in grado di accorgersi dei ritmi della Natura, dopo le fioriture della primavera ed i frutti dell’estate, prima del meritato riposo invernale, potranno partecipare a quel periodo di transizione che è l’autunno, fatto di morbidezze di toni, di tinte, di profumi.

Tra queste rotondità e sfumature tutte da godere, alcuni potranno incontrare anche l’incomparabile aroma del tartufo bianco pregiato delle nostre colline.

                Quelle “cose meravigliose che si moltiplicano e crescono senza radici” (PLINIO).

                Quel miracolo tra i miracoli che si è acquattato là sotto, sorridendo con sufficienza del folle formicolio di quei piccoli uomini impazziti per Lui.

                Cos’ha di speciale questo “frutto del tuono e delle folgore” ?

Inutile cercare di capirlo razionalmente: una forma mutevole e non particolarmente attraente, un colore insignificante fatto di sfumature sempre differenti, un sapore quasi inesistente. Un aroma unico, violento, incomparabile, inebriante, questo sì! Aroma, evanescenza, fascino. Già, “il diamante della cucina” (BRILLAT-SAVARIN) non ha sapore, solo profumo.

                Al profano può forse far piacere sapere che si tratta di un fungo che si sviluppa sotto terra e che esiste grazie ad un ingegnoso sistema di collaborazione tra pianta superiore (ospite) e fungo stesso. L’una aiuta l’altro in un delicato equilibrio di reciproci rapporti, tra di loro e con il mondo esterno.

                Uno dei tanti miracoli della natura che possono affascinare ed aiutarci a sentirci piccoli.

                Un meccanismo biologico che non conosciamo fino in fondo così che restano ancora ampi e preziosi spazi per le menti innamorate e fantasiose.

                Sempre per coloro che sono in grado di sentire, possiamo provare  a dire ancora qualcosina: il bosco è probabilmente il sistema più interessante a cui rivolgersi per difendersi dall’inquinamento (l’unico rimedio contro l’eccesso di anidride carbonica è la massa verde).

Costruire un bosco con molte specie di alberi ed arbusti locali vuol dire avere grandi possibilità di successo.

Se estendiamo questo concetto al di là di quello che vediamo macroscopicamente, ci accorgiamo che spesso dimentichiamo tutta una serie di specie che sono invece importantissime per il raggiungimento di un vero equilibrio naturale, mi riferisco in particolare ai funghi che tanta influenza hanno avuto ed hanno nella storia dei Popoli.

Se tra i funghi, nell’ambito della realizzazione di nuovi boschi, in determinate specifiche situazioni, è possibile inserire almeno una specie di tartufo pregiata, allora, avremo la possibilità di raggiungere un risultato straordinario: la combinazione del vantaggio ambientale con quello economico.

                Questo aspetto così materiale è di fondamentale importanza perchè potrebbe essere la molla indispensabile allo sviluppo del rimboschimento, inteso anche come attività produttiva. Ciò che noi proponiamo.

                Tempi lunghi e difficoltà varie non sono un mistero, ma che impresa meravigliosa si può affrontare!

                E’ strano come tuttora in Italia si sia tanto restii, tanto prevenuti. Intanto Paesi “tutti nuovi” in fatto di tartufi ci stanno dando lezioni di coltivazione e presto ci surclasseranno sul mercato Mondiale.

                Chi volesse far conoscenza dell’affascinante mondo del tartufo, sappia che può essere  gradito Socio di Tartuficoltura e Ambiente.

                Un ultimo imput: Lui, “il Mozart dei funghi” (ROSSINI) rende le femmine più dolci ed arrendevoli e gli uomini più amabili   . . . .

(autore anonimo)